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La distanza del Sole
Claudio Elidoro

Abbiamo accennato alla terza legge di Keplero; doveroso quindi chiarire il suo ruolo nella determinazione della distanza del Sole. La legge afferma che per ogni oggetto orbitante intorno al Sole il quadrato del suo periodo (P) è proporzionale al cubo del semiasse maggiore (a) della sua orbita.

Per tutti i pianeti, dunque, sarà

 

          P2 / a3 = costante

 

Poiché tale costante di proporzionalità è identica per tutti i pianeti, avremo che

 

          P2Venere / a3Venere = P2Terra / a3Terra

 

Se in questa relazione esprimiamo i periodi orbitali (che conosciamo bene) e i semiassi orbitali usando come unità di misura i valori della Terra, otteniamo che

 

          aVenere = 0,723 aTerra

 

relazione che mi permette, una volta conosciuto aVenere, di risalire alla misura di aTerra.

Le osservazioni del transito permettono di determinare la distanza tra Venere e la Terra, ma da questa è possibile ottenere la distanza Venere-Sole e da lì aTerra.

Proviamo ora a esaminare più da vicino il metodo del transito di Venere così caro ad Halley. Almeno un paio di motivi ci inducono a farlo. Il primo è che in occasione del transito del 2004 il lavoro osservativo svolto dai partecipanti alla campagna internazionale (molti dei quali non professionisti) ha portato a un valore di 149.608.708 km ± 11.835 km, solamente lo 0,007% più grande di quello "ufficiale" ottenuto grazie a misure radar. Un incredibile successo che sottolinea la bontà del metodo. Il secondo motivo è che tra un paio d'anni (il 6 giugno 2012) ci sarà un nuovo transito, ghiotta occasione per una nuova campagna osservativa. Purtroppo, in Italia potremo gustarne solamente la parte conclusiva, ma potrebbe essere un ottimo spunto per le scuole e i gruppi di astrofili per una interessante esperienza (notizie e proposte di attività si possono reperire sul sito ufficiale www.transitofvenus.org).

Vediamo dunque più da vicino il ragionamento di Halley. Esagerando la situazione, la Fig. 2 mostra la geometria della situazione osservativa del transito di Venere.

 

Fig. 2. Schematizzazione (non in scala) della geometria riguardante l’osservazione del transito di Venere.

 

Un osservatore in P vedrà il pianeta attraversare il Sole lungo il tragitto AB, mentre un altro osservatore posto in P' vedrà il tragitto A'B'. Conoscendo la distanza PP', dunque, basterebbe misurare l’angolo che separa i due percorsi e sfruttare la trigonometria per determinare la distanza di Venere e quella del Sole.

Purtroppo, nella realtà i due percorsi sono estremamente vicini l’uno all’altro, dunque la determinazione della loro separazione D non è così semplice.

Ciò che Halley e gli altri avevano notato, però, era che si poteva giungere allo stesso risultato attraverso la misurazione delle durate dei transiti (il moto di Venere, infatti, è praticamente identico da qualsivoglia località sulla Terra lo si osservi). Seguiamo il ragionamento di Halley utilizzando la Fig. 3 come riferimento. Per non complicarci troppo la vita, considereremo Venere puntiforme; dunque, nelle formule incontreremo solamente R (raggio apparente del Sole) anzichè (R - r) cioè la differenza tra questo e il raggio di Venere.

 

Fig. 3.

 

Dalla figura ricaviamo che

 

      h = R cosq

 

Un altro osservatore rileverà un transito più lungo, dunque l’angolo sarà leggermente maggiore. Pertanto:

 

      h' = R cos(q + d)

 

Applicando alcuni passaggi trigonometrici e, vista la sua esiguità, approssimando cosd a 1 si ricava che

 

          h' = R (cosq – sinq sind)

 

da cui

 

      D = h – h' = R sinq sind                (1)

Se indichiamo con T e T' i tempi di transito, proporzionali ovviamente ai due percorsi del pianeta sullo sfondo del Sole (k indica tale proporzionalità), avremo che:

 

          T = 2k R sinq

e

          T' = 2k sin(q + d)

 

Quello che ci interessa è la valutazione del rapporto DT/T che, dopo aver svolto alcuni passaggi trigonometrici, risulta essere

 

          DT/T = cosq sind /sinq

 

da cui

 

          sind = (DT/T)(sinq/cosq)

 

Pertanto la (1) diventa

 

      D = (DT/T) (sin2q / cosq)

 

Relazione che, confermando l’idea di Halley, mostra come la valutazione dei tempi e la misura dell’ampiezza dell’angolo q possa condurci alla separazione D.

Questo non significa affatto che si tratta di un procedimento semplice. Infatti, non solo il valore di D è talmente esiguo da risultare paragonabile alle dimensioni angolari di Venere, ma vi sono anche altri fattori di complessità che qui abbiamo tralasciato. Basti segnalare, per esempio, che nella valutazione dei due percorsi sul Sole si dovrà mettere in conto la sfericità della nostra stella; dunque, sarà necessario un fattore correttivo. Si dovrà anche calcolare opportunamente la distanza PP' (non necessariamente opposti rispetto al centro della Terra) e le conseguenze geometriche nella valutazione e risoluzione del triangolo.

Difficoltà di calcolo che non hanno comunque impedito un efficace impiego del metodo.

 


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