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La gravità modificata (mond)
Annibale D’Ercole

La mond (MOdified Newtonian Dynamics) rappresenta una modificazione della classica legge newtoniana della gravitazione ed è stata proposta inizialmente nel 1983 da Mordehai Milgrom per spiegare l’anomalo comportamento della velocità di rotazione delle galassie a spirale. La mond si pone in alternativa alla teoria di gran lunga più popolare della materia oscura.

Una galassia a spirale consiste in un rigonfiamento centrale massiccio, più o meno sferico (bulge), contenente un gran numero di stelle, attorno al quale ruota un esteso disco composto di stelle e gas. In base alla legge di Newton, ci si aspetta che le stelle del disco più distanti dal centro abbiano una velocità circolare più bassa, rispetto a quelle più interne, proprio come accade nel Sistema solare, dove Mercurio (il pianeta più vicino al Sole) orbita più velocemente di Plutone (il pianeta più lontano). Contrariamente alle aspettative, invece, le osservazioni rivelano che le stelle distanti nel disco hanno la stessa velocità di rotazione di quelle più vicine al bulge (Fig. 1).

 

Fig. 1 – Tipica curva di rotazione (cioè l’andamento della velocità in funzione del raggio) delle stelle in orbita circolare nel disco di una galassia a spirale. A: curva aspettata in base unicamente alla gravità newtoniana di stelle e gas; B: curva osservata, e interpretata (in ambito newtoniano) come prova dell’esistenza della materia oscura.

 

L’eccessiva velocità delle stelle periferiche dovrebbe portarle ad allontanarsi dalla galassia e disperdersi nello spazio esterno; dal momento che questo non accade, la maggioranza degli astronomi ipotizza che le galassie siano in realtà immerse all’interno di un invisibile alone di materia oscura. La natura di questa materia è ignota al momento, ma l’eccesso di gravità dovuto alla sua presenza permette di “trattenere” le stelle veloci che altrimenti andrebbero perse (ci siamo occupati di questo argomento in questa stessa rubrica nel fascicolo n. 3 del 2007). Analogamente, la presenza di materia oscura negli ammassi di galassie è in grado di spiegare le elevate velocità di quest’ultime che, altrimenti, sarebbero destinate ad allontanarsi le une dalle altre indefinitamente. Più in generale, un raggruppamento su larga scala di materia ordinaria, sia esso galassia o ammasso di galassie, sarebbe destinato alla disgregazione se non ci fosse un soprappiù di gravità dovuto alla materia scura.

Dal momento che l’introduzione di tale materia oscura è motivata unicamente dal suo contributo gravitazionale (essa non interagisce in alcun altro modo con la materia ordinaria né con la radiazione, da cui l’aggettivo “oscura”), alcuni astrofisici ipotizzano che essa non esista affatto e che le anomalie dinamiche siano spiegabili tramite una modifica della classica legge di gravità di Newton. In effetti, questa legge è stata verificata con successo solo fino alle estremità del Sistema solare, dove l’accelerazione di Plutone è pari a  cm/s2. Per accelerazioni inferiori non sappiamo come la gravità si comporti effettivamente. È pertanto legittimo introdurre una nuova costante della natura, l’accelerazione  cm/s2 (si veda il livello avanzato) e ipotizzare quanto segue: quando le accelerazioni in gioco sono maggiori di g0 la gravità newtoniana rimane valida; per accelerazioni minori, si entra invece nel regime mond, secondo cui la gravità decresce come l’inverso della distanza (1/r), invece che come l’inverso del quadrato della distanza (1/r2), come previsto da Newton. Dunque, la gravità, diminuendo a grandi distanze più lentamente, risulta più intensa rispetto al caso classico, ed è in grado di impedire alle stelle distanti di abbandonare la galassia.

La mond, nata per spiegare la dinamica delle galassie a spirale, si è rivelata straordinariamente efficace anche nell’interpretazione della dinamica di galassie di bassa brillanza superficiale, della relazione di Faber-Jackson per le galassie ellittiche, della relazione di Tully-Fisher per quelle a spirali, (si veda il livello avanzato). Queste relazioni trovano una naturale spiegazione con la mond, mentre non ne hanno alcuna in ambito newtoniano dove vengono considerate semplici relazioni fenomenologiche. Ciò ha determinato una maggiore attenzione da parte degli astronomi verso la mond, come testimoniato dal crescente numero di articoli ad essa dedicati.

Tuttavia, nonostante questi (ed altri) indubbi successi, la mond viene ancora guardata con sospetto dalla maggior parte degli astronomi. Al di là di un certo conservatorismo, sempre in agguato in questi casi, tale diffidenza è dovuta al fatto che la mond non è stata fin’ora in grado di replicare, su scala degli ammassi di galassie, i brillanti risultati ottenuti su scala galattica. Come abbiamo già detto, le velocità eccessive delle galassie negli ammassi si possono spiegare, nel caso della fisica newtoniana, ammettendo che gli ammassi stessi contengano una grande quantità di materia oscura. Al contrario, la mond non riproduce correttamente i moti delle galassie nel centro degli ammassi, a meno di non ipotizzare, anche in questo caso, la presenza di una quantità di materia parecchie volte superiore a quella osservata.

 


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